Ha natura contrattuale la responsabilità per i danni subiti dal bambino che cade durante la ricreazione

Diritto civile
Con una condivisibile sentenza del 25 ottobre 2016, il Tribunale di Treviso ha deciso una controversia instaurata nei confronti di un istituto materno e di un insegnante dai genitori di una bambina per il risarcimento del danno subito dalla stessa cadendo dalla bicicletta durante la ricreazione. Il Tribunale trevigiano - a nostro avviso correttamente - ha ritenuto applicabile alla fattispecie il regime probatorio imposto dall'art. 1218 c.c., sicché, mentre i genitori della minore danneggiata dovevano provare esclusivamente che l'evento dannoso si fosse verificato nel corso dello svolgimento del rapporto, sulla scuola incombeva l'onere di dimostrare che lo stesso evento fosse stato determinato da causa non imputabile né alla scuola né all'insegnante. Tale onere non è stato però assolto dai convenuti. Si legge, infatti, nelle motivazioni della sentenza: "I medesimi, infatti, invocano che l'occorso…
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L’infedeltà coniugale può giustificare l’addebito della separazione. Ma quali sono le conseguenze dell’addebito?

Diritto di famiglia
Ha suscitato notevole interesse - anche per l’amplificazione prodotta dai mass media e dai social network - la recentissima sentenza della Cassazione n. 5510 del 6 marzo 2017, che ha confermato la pronuncia della Corte di Appello di Milano di addebito della separazione al marito infedele, in ragione della scoperta da parte della moglie di messaggi amorosi pervenuti sul suo cellulare (l’infedeltà, quindi, era stata la causa della crisi di coppia e non la conseguenza di una crisi preesistente; in questa seconda ipotesi, infatti, sarebbe stato escluso l’addebito). Ma quali sono le conseguenze dell’addebito della separazione? La pronuncia di addebito comporta conseguenze di tipo economico nei confronti del coniuge al quale la separazione è stata addebitata. Anzitutto, il separato con addebito perde il diritto a ottenere l’assegno di mantenimento, vale…
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La mancata affissione del codice disciplinare non sempre impedisce il licenziamento

Diritto del lavoro
Il licenziamento disciplinare intimato per condotte del lavoratore che costituiscono altresì illecito penale o contrastino con il c.d. "minimo etico" è legittimo anche in presenza di violazione del principio di necessaria pubblicità del codice disciplinare mediante affissione in luogo accessibile a tutti i lavoratori. Il principio - valevole anche relativamente alle sanzioni disciplinari conservative e non per le sole sanzioni espulsive - è stato ribadito con la sentenza n. 4826 del 24 febbraio 2017 dalla Sezione lavoro della Cassazione, che ha condiviso il consolidato orientamento della Suprema Corte (cfr., Cass. 27.1.2011 n. 1926; Cass. 29.5.2013 n. 13414; Cass. 26.03.2014, n. 7105)  secondo il quale deve ritenersi che in tutti i casi nei quali il comportamento sia immediatamente percepibile dal lavoratore come illecito, perché contrario al c.d. "minimo etico" o a norme di rilevanza…
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