L’ex convivente more uxorio ha diritto alla restituzione dei beni personali rimasti nella casa familiare dopo il suo allontanamento

Diritto civile, Diritto di famiglia
Con la sentenza n. 4685 del 23/02/2017 la Cassazione Civile, ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Roma, che aveva condannato una donna a restituire al suo ex convivente more uxorio, gli arredi e gli oggetti personali di sua proprietà, che egli aveva lasciato nell’appartamento in cui i due avevano convissuto, esclusi quelli strettamente connessi alle necessità dei figli rimasti nell'alloggio. La Suprema Corte, in particolare, ha chiarito che sono inapplicabili alla fattispecie le norme in materia di comunione dei beni, la cui disciplina non può trovare applicazione in assenza di allegazione di titolo negoziale. La convivenza more uxorio, infatti, determina sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, solo un potere di fatto basato su di un interesse proprio del…
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Chi vuole impugnare un licenziamento non è tenuto a rifiutare la liquidazione

Diritto del lavoro
Si può accettare la liquidazione senza che ciò possa essere considerato come rinuncia a impugnare il licenziamento. La Cassazione, sez. lavoro, con una condivisibile pronuncia di pochi giorni fa, elimina ogni dubbio in proposito affermando: "La mera accettazione della liquidazione, ancorché non accompagnata da alcuna riserva, non può essere interpretata, per assoluto difetto di concludenza, come tacita dichiarazione di rinunzia ai diritti derivanti dall'illegittimità del licenziamento, non esistendo alcuna incompatibilità logica e giuridica tra l'accettazione della liquidazione e la volontà di ottenere la dichiarazione di illegittimità del licenziamento". (Cassazione civile, sez. lav., sentenza 6 febbraio 2017, n. 3045)
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Acquisto di un’abitazione priva del certificato di abitabilità: l’acquirente ha diritto al risarcimento del danno

Diritto civile
Va premesso che un immobile destinato ad abitazione privo del certificato di abitabilità è incommerciabile. Qualora, ciononostante, l’immobile sia comunque oggetto di compravendita, il difetto assoluto della licenza di abitabilità ovvero l’insussistenza delle condizioni necessarie per ottenerla a causa di insanabili violazioni della legge urbanistica, integrano un’ipotesi di consegna di aliud pro alio, ossia di un bene completamente diverso da quello pattuito, fattispecie che ricorre anche quando il bene sia privo delle caratteristiche funzionali necessarie a soddisfare i bisogni dell’acquirente. Quali sono le conseguenze? Poiché il venditore ha sempre l’obbligo di consegnare all’acquirente il certificato in questione, la violazione di tale obbligo può legittimare sia la domanda di risoluzione del contratto, sia quella di risarcimento del danno, sia l’eccezione d’inadempimento, non trovando applicazione l’art. 1495 c.c. e i termini di…
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