Licenziamento per abuso del diritto di congedo parentale

Diritto del lavoro
Licenziamento per abuso del diritto di congedo parentale E' giustificato il licenziamento del lavoratore che essendo in congedo parentale non si occupi delle cure dei figli Con sentenza n. 509 del 2018 la Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento disciplinare di un lavoratore, essendo stato accertato, in base ai risultati di indagini investigative commissionate dal datore di lavoro, che il dipendente "per oltre metà del tempo concesso a titolo di permesso parentale", non aveva "svolto alcuna attività a favore del figlio". Abuso del diritto di congedo parentale in caso di sviamento dalla sua funzione tipica In base al criterio della funzione può verificarsi un abuso del diritto potestativo di congedo parentale, allorché il diritto venga esercitato non per la cura diretta del bambino, bensì per attendere ad altra attività…
Read More
Mansioni. Rifiuto della prestazione. Licenziamento.

Mansioni. Rifiuto della prestazione. Licenziamento.

Diritto del lavoro
Il rifiuto della prestazione da parte del lavoratore adibito a mansioni inferiori quale reazione al demansionamento può giustificarne il licenziamento. Il lavoratore adibito a mansioni inferiori non può reagire rendendosi totalmente inadempiente alla prestazione, sospendendo ogni attività lavorativa, ove il datore di lavoro assolva a tutti gli altri propri obblighi (pagamento della retribuzione, copertura previdenziale ed assicurativa, assicurazione del posto di lavoro). Non si può sempre invocare il principio inademplenti non est adimplendum. E' possibile rifiutare l'adempimento della propria obbligazione, invocando il principio inademplenti non est adimplendum di cui all'art. 1460 c.c., solo qualora sia totalmente inadempiente anche la controparte contrattuale. La norma sopra citata, infatti, dispone che "Nei contratti con prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l'altro non adempie o non offre di adempiere…
Read More

È legittimo il licenziamento disciplinare del dipendente che minaccia e ingiuria il datore di lavoro.

Diritto del lavoro
È giustificato, per irrimediabile lesione del vincolo fiduciario, il licenziamento del lavoratore che rivolga al datore di lavoro minacce e ingiurie alla presenza di clienti e colleghi, danneggiando gravemente l’immagine dell’azienda. A tale condivisibile decisione la Corte è giunta applicando il principio di diritto per il quale il giudizio di proporzionalità tra fatto addebitato al lavoratore e licenziamento disciplinare non va effettuato in astratto, bensì con specifico riferimento a tutte le circostanze del caso concreto, all’entità della mancanza (considerata non solo da un punto di vista oggettivo, ma anche nella sua portata soggettiva e in relazione al contesto in cui essa è stata posta in essere), ai moventi, all’intensità dell’elemento intenzionale e al grado di quello colposo. (Cassazione Civile, Sez. Lav., sentenza 15 settembre 2017, n. 21506)
Read More

Nei casi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo l’onere del datore di lavoro di provare l’adempimento all’obbligo di repêchage va assolto anche in riferimento a posizioni di lavoro inferiori

Diritto del lavoro
Il datore di lavoro che adduca a fondamento del licenziamento la soppressione del posto di lavoro cui era addetto il lavoratore ha l’onere di provare non solo che al momento del licenziamento non sussisteva alcuna posizione di lavoro alla quale egli avrebbe potuto essere assegnato per l’espletamento di mansioni equivalenti, ma anche di avergli prospettato, senza ottenerne il consenso, la possibilità, in alternativa al licenziamento, di un reimpiego in mansioni inferiori ma rientranti nel suo bagaglio professionale, ovviamente se compatibili con l’assetto organizzativo aziendale. Per la Cassazione, infatti, costituisce violazione del principio di correttezza e buona fede nell’esecuzione del contratto il comportamento del datore di lavoro che non prospetti al lavoratore la possibilità di evitare il licenziamento mediante l’assegnazione a mansioni inferiori (Cass. Sez. Lav., 21 dicembre 2016 n. 26467).
Read More

La mancata affissione del codice disciplinare non sempre impedisce il licenziamento

Diritto del lavoro
Il licenziamento disciplinare intimato per condotte del lavoratore che costituiscono altresì illecito penale o contrastino con il c.d. "minimo etico" è legittimo anche in presenza di violazione del principio di necessaria pubblicità del codice disciplinare mediante affissione in luogo accessibile a tutti i lavoratori. Il principio - valevole anche relativamente alle sanzioni disciplinari conservative e non per le sole sanzioni espulsive - è stato ribadito con la sentenza n. 4826 del 24 febbraio 2017 dalla Sezione lavoro della Cassazione, che ha condiviso il consolidato orientamento della Suprema Corte (cfr., Cass. 27.1.2011 n. 1926; Cass. 29.5.2013 n. 13414; Cass. 26.03.2014, n. 7105)  secondo il quale deve ritenersi che in tutti i casi nei quali il comportamento sia immediatamente percepibile dal lavoratore come illecito, perché contrario al c.d. "minimo etico" o a norme di rilevanza…
Read More

Chi vuole impugnare un licenziamento non è tenuto a rifiutare la liquidazione

Diritto del lavoro
Si può accettare la liquidazione senza che ciò possa essere considerato come rinuncia a impugnare il licenziamento. La Cassazione, sez. lavoro, con una condivisibile pronuncia di pochi giorni fa, elimina ogni dubbio in proposito affermando: "La mera accettazione della liquidazione, ancorché non accompagnata da alcuna riserva, non può essere interpretata, per assoluto difetto di concludenza, come tacita dichiarazione di rinunzia ai diritti derivanti dall'illegittimità del licenziamento, non esistendo alcuna incompatibilità logica e giuridica tra l'accettazione della liquidazione e la volontà di ottenere la dichiarazione di illegittimità del licenziamento". (Cassazione civile, sez. lav., sentenza 6 febbraio 2017, n. 3045)
Read More

Non può essere licenziato il medico di turno che non risponde al cercapersone

Diritto del lavoro
È illegittimo il licenziamento del medico di turno che non risponde al cercapersone Lo ha stabilito la Cassazione, affermando che: "la condotta addebitata al medico di non avere risposto al cercapersone ove era stato interpellato durante il turno non configura abbandono del posto di lavoro, ma al più la sospensione del lavoro senza giustificato motivo, giacché per “abbandono del posto di lavoro” si deve intendere il fatto del sanitario che abbandona la struttura recandosi all'esterno e diventa irreperibile nell'ambito del turno assegnato” (Corte di Cassazione, sentenza n. 856 del 16 gennaio 2017).
Read More