La ex moglie non ha diritto al mantenimento se il matrimonio è durato solo pochi giorni.

Diritto di famiglia
Non sussiste il diritto al mantenimento se, al momento della separazione, non si era ancora realizzata una comunione materiale e spirituale tra i coniugi. Nel caso pervenuto all’esame della Corte di cassazione, il matrimonio aveva avuto una durata di soli 28 giorni senza precedente convivenza e, quindi, senza che si fosse realizzata una vera comunione materiale e spirituale tra i coniugi, i quali avevano deciso di sposarsi esclusivamente per motivi economici, senza che vi fosse stata alcuna condivisione di vita e senza un vero rapporto affettivo qualificabile come affectio coniugalis. Cass. civ. Sez. VI - 1 Ordinanza, 10-01-2018, n. 402
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L’infedeltà coniugale può giustificare l’addebito della separazione. Ma quali sono le conseguenze dell’addebito?

Diritto di famiglia
Ha suscitato notevole interesse - anche per l’amplificazione prodotta dai mass media e dai social network - la recentissima sentenza della Cassazione n. 5510 del 6 marzo 2017, che ha confermato la pronuncia della Corte di Appello di Milano di addebito della separazione al marito infedele, in ragione della scoperta da parte della moglie di messaggi amorosi pervenuti sul suo cellulare (l’infedeltà, quindi, era stata la causa della crisi di coppia e non la conseguenza di una crisi preesistente; in questa seconda ipotesi, infatti, sarebbe stato escluso l’addebito). Ma quali sono le conseguenze dell’addebito della separazione? La pronuncia di addebito comporta conseguenze di tipo economico nei confronti del coniuge al quale la separazione è stata addebitata. Anzitutto, il separato con addebito perde il diritto a ottenere l’assegno di mantenimento, vale…
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L’ex convivente more uxorio ha diritto alla restituzione dei beni personali rimasti nella casa familiare dopo il suo allontanamento

Diritto civile, Diritto di famiglia
Con la sentenza n. 4685 del 23/02/2017 la Cassazione Civile, ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Roma, che aveva condannato una donna a restituire al suo ex convivente more uxorio, gli arredi e gli oggetti personali di sua proprietà, che egli aveva lasciato nell’appartamento in cui i due avevano convissuto, esclusi quelli strettamente connessi alle necessità dei figli rimasti nell'alloggio. La Suprema Corte, in particolare, ha chiarito che sono inapplicabili alla fattispecie le norme in materia di comunione dei beni, la cui disciplina non può trovare applicazione in assenza di allegazione di titolo negoziale. La convivenza more uxorio, infatti, determina sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, solo un potere di fatto basato su di un interesse proprio del…
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