Il trust non è soggetto a imposta proporzionale

Diritto civile
L'operazione di trasferimento di beni in un trust non va assoggettata all’imposta proporzionale poiché non si tratta di un’operazione a contenuto patrimoniale non avendo natura onerosa. Nel trust, infatti, l'intestazione dei beni al trustee è solo momentanea e avviene a titolo gratuito, senza riconoscimento di alcun corrispettivo. Il settlor (disponente) istituendo il trust non arricchisce il patrimonio personale del trustee (fiduciario) il quale è chiamato ad amministrare e gestire i beni destinati al trust nell'interesse del beneficiario. Ciò è quanto affermato dalla Cassazione respingendo la tesi dell'Agenzia delle Entrate, secondo cui il trasferimento dei beni in trust, anche se privo di natura onerosa, doveva essere considerato alla stregua di un’operazione di carattere patrimoniale, come tale assoggettabile ad imposta, nella misura proporzionale del 3% ex art. 9 della tariffa allegata al D.P.R. n. 131 del 1986. Quanto detto vale anche per le…
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E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la nuova Legge sul “biotestamento”

Diritti della persona, Diritto civile
Nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del16.01.2018 è stata pubblicata la Legge n. 219 del 22.12.2017 contenente "Norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento", c.d. Legge sul biotestamento. La legge, che entrerà in vigore il prossimo 31 gennaio, prevede, in particolare, che "Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, può, attraverso le DAT, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari. Indica altresì una persona di sua fiducia, di seguito denominata «fiduciario», che ne faccia le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e…
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Ha natura contrattuale la responsabilità per i danni subiti dal bambino che cade durante la ricreazione

Diritto civile
Con una condivisibile sentenza del 25 ottobre 2016, il Tribunale di Treviso ha deciso una controversia instaurata nei confronti di un istituto materno e di un insegnante dai genitori di una bambina per il risarcimento del danno subito dalla stessa cadendo dalla bicicletta durante la ricreazione. Il Tribunale trevigiano - a nostro avviso correttamente - ha ritenuto applicabile alla fattispecie il regime probatorio imposto dall'art. 1218 c.c., sicché, mentre i genitori della minore danneggiata dovevano provare esclusivamente che l'evento dannoso si fosse verificato nel corso dello svolgimento del rapporto, sulla scuola incombeva l'onere di dimostrare che lo stesso evento fosse stato determinato da causa non imputabile né alla scuola né all'insegnante. Tale onere non è stato però assolto dai convenuti. Si legge, infatti, nelle motivazioni della sentenza: "I medesimi, infatti, invocano che l'occorso…
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L’ex convivente more uxorio ha diritto alla restituzione dei beni personali rimasti nella casa familiare dopo il suo allontanamento

Diritto civile, Diritto di famiglia
Con la sentenza n. 4685 del 23/02/2017 la Cassazione Civile, ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Roma, che aveva condannato una donna a restituire al suo ex convivente more uxorio, gli arredi e gli oggetti personali di sua proprietà, che egli aveva lasciato nell’appartamento in cui i due avevano convissuto, esclusi quelli strettamente connessi alle necessità dei figli rimasti nell'alloggio. La Suprema Corte, in particolare, ha chiarito che sono inapplicabili alla fattispecie le norme in materia di comunione dei beni, la cui disciplina non può trovare applicazione in assenza di allegazione di titolo negoziale. La convivenza more uxorio, infatti, determina sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, solo un potere di fatto basato su di un interesse proprio del…
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Acquisto di un’abitazione priva del certificato di abitabilità: l’acquirente ha diritto al risarcimento del danno

Diritto civile
Va premesso che un immobile destinato ad abitazione privo del certificato di abitabilità è incommerciabile. Qualora, ciononostante, l’immobile sia comunque oggetto di compravendita, il difetto assoluto della licenza di abitabilità ovvero l’insussistenza delle condizioni necessarie per ottenerla a causa di insanabili violazioni della legge urbanistica, integrano un’ipotesi di consegna di aliud pro alio, ossia di un bene completamente diverso da quello pattuito, fattispecie che ricorre anche quando il bene sia privo delle caratteristiche funzionali necessarie a soddisfare i bisogni dell’acquirente. Quali sono le conseguenze? Poiché il venditore ha sempre l’obbligo di consegnare all’acquirente il certificato in questione, la violazione di tale obbligo può legittimare sia la domanda di risoluzione del contratto, sia quella di risarcimento del danno, sia l’eccezione d’inadempimento, non trovando applicazione l’art. 1495 c.c. e i termini di…
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